Autore: E.C. Portale

Scarica l’articolo in formato .pdf: Ancora sulle stele e le edicole dipinte di Lilibeo: immagini, formule, funzioni

 

Il contributo esamina le stele e i naiskoi funerari dipinti di Lilibeo (Sicilia), recentemente incrementati da due nuove acquisizioni. Sono presi in considerazione i (pochi) dati contestuali, oltre a tipologia, iconografia e formule epigrafiche, allo scopo di mettere in luce specificità, funzioni e messaggi di tali manufatti. Alcuni elementi “trasversali” di carattere antiquario e stilistico, oltre ai dati epigrafici, attestano una sostanziale contemporaneità delle stele più semplici con singolo personaggio stante, con melograno in mano, e dei più elaborati naiskoi con “Totenmahlmotiv”, nella tarda età repubblicana. Le chiare differenze di morfologia, iconografia, formule epigrafiche e luogo di provenienza si spiegano con la differente funzione e contesto. Diversamente dalle stele funerarie, provenienti per lo più dalla “necropoli di via del Fante” e fungenti da segnacolo o elemento di epitymbia, i naiskoi furono scoperti tutti insieme in un’altra area, più a Nord, in scavi illegali. Nelle vicinanze, presso la costa, sono venute in luce a più riprese parti di un’area sacra rupestre con nicchie ed edicole intagliate nella roccia, nei saggi del 1902 e in scavi più recenti, che hanno anche rintracciato un fossato con nicchie scavate su un lato per scopi funerari-cultuali. Le prime installazioni appartenevano probabilmente ad un santuario per antenati/eroi, come simili esempi siciliani. I naiskoi dipinti, a loro volta, dovevano commemorare un piccolo gruppo di defunti “contemporanei” come eroi, come denotano il titolo “heros/ heros agathos” e la formula del “banchetto eroico”; inoltre, la forma del naiskos con trapeza e/o grandi frutti dipinti anteriormente allude a un rituale di heroxenia, che si immagina svolto per il defunto.

 

The paper analyzes the painted funerary stelae and naiskoi from Lylibaeum (Sicily), recently increased by two new pieces. Besides typology, iconography, epigraphical formulas, also the (few) contextual data at disposal are considered, in order to highlight specificities, messages, and functions of such artifacts. Some stylistic and antiquarian cross-cutting features, in addiction to epigraphical details, show that both the simpler stelae with a standing person holding a pomegrate, and the more complex aediculae with the “Totenmahlmotiv” were made about the same time, in the Late Republican period. Their clear differences as for morphology, iconography, epigraphs and place of discovery are due to different function and context. Unlike the funerary stelae, mainly coming from the “necropoli di via del Fante” and belonging to grave markers or epitymbia, the naiskoi were found all together further north, during illicit excavantions. In the vicinity, nearer the seashore, some parts of a sacred area with niches and aediculae cut into the rock were also intercepted in 1902, and more recently in some archaeological digs, that discovered also a ditch pierced with a row of niches of cultic-funerary purpose. The former installations belonged probably to a rock sanctuary dedicated to ancestors/heroes, like some similar contexts in Sicily. The painted naiskoi, on their part, are intented to commemorate a small group of “contemporary” dead as heroes, as the title “heros/ heros agathos” and the “hero at banquet” cliché suggest; moreover, the aedicula with a offering trapeza and/or big fruits painted on its forefront alludes to a ritual of heroxenic type, imagined to be performed for the dead.