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Rivista di archeologia e architettura antica

Tag Archives: hestiatorion

Ancora sulla stoà a U di Locri Epizefiri

Autore: P.G. Guzzo

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Si discute ancora della pertinenza della stoà a U al culto di Afrodite; e della sua destinazione diacronica ad hestiatorion. Si osserva come nei santuari nei quali è attestata la presenza di un hestiatorion questo è localizzato all’interno del relativo temenos. Durante i simposi era prevista la presenza di etere. In molti santuari (da Pyrgi a Erice) sono documentate “prostitute sacre”, delle quali è menzione anche a Locri Epizefiri. Si discute delle notizie al proposito contenute in Giustino e in Clearco da Soli. Si conclude dando per probabile l’attività di etere, non di ierodule, all’interno dello hestiatorion localizzato nella stoà a U di Locri Epizefiri.

We discuss again the relevance of the U-shaped stoa to the cult of Aphrodite; and its diachronic destination as a hestiatorion. It can be observed that in sanctuaries where the presence of a hestiatorion is attested, this is located within the related temenos. During symposiums the presence of hetairai was expected. In many sanctuaries (from Pyrgi to Erice) “sacred prostitutes” are documented, they are mentioned also in Epizephyrian Locris. We discuss the information on this subject contained in Iustinus and in Klearchos. We conclude by assuming the activity of hetairai, not of hierodulai, within the hestiatorion located in the U-shaped stoa.

Hestiatoria nei santuari dei Grandi Dei e dei Cabiri. Forme, modelli e ritualità

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CruccasIl contributo è incentrato sul culto dei Cabiri e dei Grandi Dei, con particolare riguardo all’uso rituale di bere vino all’interno di edifici specificamente predisposti per tale attività. Questo aspetto sembra mantenere un ruolo centrale nella liturgia cabirica e caratterizzarsi come elemento fondamentale nella strutturazione dei santuari. Ad un’analisi delle evidenze archeologiche e letterarie legate a questo aspetto, fa seguito un tentativo di delineare modelli e linee di sviluppo comuni all’interno del culto.

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This paper focuses on the cult of the Cabiri and that of the Great Gods, with particular reference to the ritual use of wine drinking within buildings specifically intended for such practices. This aspect seems to maintain a central role in the liturgy of the Cabiri and characterises itself as a fundamental element in the structure of the sanctuaries. An analysis of literary and archaeological evidence related to this aspect is followed by an attempt to delineate common patterns and lines of development within the cult.

Lo hestiatorion dell’Asklepieion di Kos

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Livadiotti hestiatorionIl presente contributo riprende il testo del IV mimiambo di Eronda, che, ambientato presso l’Asklepieion di Kos, narra la visita di due donne al santuario e il sacrificio di un gallo al dio. Il poeta trae spunto dalla narrazione per descrivere i monumenti e le opere d’arte via via incontrate e ammirate dai personaggi, descrizione che è stata molto studiata e analizzata specie a proposito dell’altare, opera dei figli di Prassitele, e delle pitture nel pronao dell’antistante tempio. Non ci si era però fino ad ora soffermati sugli ultimi versi del poemetto, in cui, dopo il sacrificio del gallo, le due donne si propongono di andare a consumare il proprio pasto nei vicini oikoi. Prendendo spunto dal testo di Eronda, l’articolo vuole confermare la destinazione come sala per banchetti rituali dell’edificio subito a Sud del tempio, il cosiddetto “edificio D”, generalmente noto come abaton; verso di esso, infatti, potrebbero essersi dirette le due donne dopo il sacrificio.

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This paper resumes the text of the IV mimiamb of Herodas, which, set at the Asklepieion of Kos, tells of the visit at the sanctuary of two women and their sacrifice of a cock to the god. In his tale the poet describes the monuments and works of art encountered and admired by the characters, description that has been widely studied and analyzed especially with regard to the altar, with the statues made by the sons of Praxiteles, and the famous paintings on the walls of the pronaos of the temple. So far, however, no scholar has focused on the last verses of the poem, in which, after the sacrifice of the cock, the two women purposed to go and eat their meal in the nearby oikoi. Taking inspiration from the text of Herodas, the article will confirm the destination as a ritual banquet hall of the building immediately to the south of the temple, the so-called “building D”, generally known as abaton; towards it, in fact, the two women may have gone after sacrifice to eat their meal.

Edifici pubblici e pasto rituale in Attica

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Questo contributo è stato presentato al Convegno Internazionale Cibo per gli uomini, cibo per gli dei. Archeologia del pasto rituale, Piazza Armerina, 5-8 maggio 2005. Se ne fornisce ora una versione aggiornata. Lo studio approfondisce il tema del pasto rituale in Attica, soprattutto analizzando la situazione dei diversi edifici i quali presentano una varietà di casi mai analizzata con la dovuta attenzione. Proprio le diverse caratteristiche di ogni specifica lasciano ipotizzare che sia possibile evincere dalla forma e dall’arredo degli ambienti e dal numero complessivo di posti disponibili l’esistenza di diversi modi d’uso che riflettono diverse strutture sociali e religiose. Atene, Eleusi e Brauron sono presi come esempio di modelli dell’organizzazione di una funzione che gestisce autonomamente i propri spazi sulla base di motivazioni socio-istituzionali.

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This paper was presented at the International Conference Cibo per gli uomini, cibo per gli dei. Archeologia del pasto rituale, Piazza Armerina, 5-8 of May, 2005. This is now an updated version. The article concerns the issues related to ritual meal in Attica, especially by analyzing the function of several buildings showing an array of cases that has not been properly assessed yet. Each case’s specific features lead to the hypothesis that banquet building rooms’ plan and furniture, as well as the overall number of available seats, point to the existence of different usage methods reflecting coherent social and religious structures. Athens, Eleusis and Brauron are taken into account as examples of a functional system that autonomously organizes its own spaces on the basis of social and institutional needs.

Il pasto collettivo nei santuari dell’Egeo meridionale: struttura e forme di partecipazione

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Questo contributo è stato presentato al Convegno Internazionale Cibo per gli uomini, cibo per gli dei. Archeologia del pasto rituale, Piazza Armerina, 5-8 maggio 2005. Se ne fornisce ora una versione aggiornata.
La stoà di Camiro, sul santuario dell’Acropoli dedicato ad Athana e Zeus Polieus, è uno dei più importanti monumenti urbani nell’Egeo meridionale. Diversi testi epigrafici riferiscono intorno alla sua funzione e al suo uso nel santuario e menzionano l’organizzazione di riunioni e di banchetti negli ambienti dell’edificio. Le stanze dietro il portico, infatti, sono organizzate in complessi con esedra centrale e sale laterali che possono essere interpretati come hestiatoria o sale da banchetto, molto simili a prototipi macedoni o egiziani. I rinvenimenti archeologici ed epigrafici rendono evidente che la stoà si pone come struttura multifunzionale adibita alle necessità politiche e religiose della polis. Inoltre è forse possibile collocare nella struttura lo hierothyteion, testimoniato dalle fonti epigrafiche, nel quale erano offerti banchetti pubblici dalla polis stessa.

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This paper was presented at the International Conference Cibo per gli uomini, cibo per gli dei. Archeologia del pasto rituale, Piazza Armerina, 5-8 of May, 2005. This is now an updated version.
The stoà of Camirus, on the Acropolis sanctuary dedicated to Athana and Zeus Polieus, is one of the most important urban monuments in the southern Aegean sea. Several epigraphic texts speak about his function and use inside the sanctuary and mention the organization of meetings and banquets inside the rooms of the building. The rooms behind the portico, in fact, are organized in tree-rooms complexes that could be interpreted as hestiatoria or banquet houses, very similar at Macedonian or Egyptian prototypes. The archaeological and textual evidence prove that the stoà is a multifunctional structure that serves to religious and political necessity of the polis. Perhaps, it is also possible to locate in the structure the hierothyteion, testified by epigraphic fonts, in which public meals were offered by the polis itself.

Hestiatoria nella tradizione rituale delle colonie d’Occidente

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Questo contributo è stato presentato al Convegno Internazionale Cibo per gli uomini, cibo per gli dei. Archeologia del pasto rituale, Piazza Armerina, 5-8 maggio 2005. Se ne fornisce ora una versione aggiornata.
Il consumo di pasti rituali collettivi è un aspetto del culto ampiamente praticato in ambiente greco e il suo studio riguarda non solo l’esame delle pratiche rituali propriamente dette, ma anche delle strutture architettoniche destinate all’uso presenti all’interno dei santuari. In ambito magno greco tale tradizione trova esempi significativi, sebbene in periodi cronologici differenti, nel santuario extramuraneo di Afrodite a Locri (cd. Stoà ad U nell’area di Centocamere, databile nel VI secolo a.C.) e nel santuario di Hera Lacinia a Capo Colonna di Crotone (cd. Edificio H, databile in età ellenistica). Attraverso l’esame di questi due contesti, il contributo propone un esame della documentazione relativa alla tradizione del pasto rituale in ambito coloniale delineando attestazioni, modalità di ricezione ed eventuali sviluppi di tale pratica nell’Occidente greco.

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This paper was presented at the International Conference Cibo per gli uomini, cibo per gli dei. Archeologia del pasto rituale, Piazza Armerina, 5-8 of May, 2005. This is an updated version.
The ritual collective meal is a widespread practiced aspect in the Greek background and its study concerns not just the exam of ritual practices, in the strict sense of the word, but also architectural structures, intended for the consumption, which were situated within the sanctuaries. In Magna Graecia this tradition finds significant examples, although in different chronological periods, in the extra-urban sanctuary of Aphrodite in Locri, (the so-called “U-shaped Stoà”, in the area of Centocamere, datable around the 6th century) as well as in the sanctuary of Hera Lacinia in Capo Colonna of Crotone (the so-called “H-building”, which dates back to the Hellenistic age). Starting from the examination of these two contexts, the study presents an outline of the documentation pertinent to the ritual meal tradition in Magno-Greek ambits, in order to propose a summing up of the data we have been gathering so far, which might sketch out evidences, reception modalities and possible developments of such a worship-practice in the Greek west.