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D. Puglisi, Ceramiche Tardo Minoico I da Haghia Triada (Creta): contesti, produzioni, funzioni.

I. I materiali dai primi scavi (1902-1914), Thiasos, Monografie 4, 2013, Ed. Quasar, Roma 2013, pp. XIV + 215, 28 tavv. f.t.

ISSN 2281-8774, ISBN 978-88-7140-536-0

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La monografia di Dario Puglisi, allievo della Scuola Archeologica Italiana di Atene (SAIA) negli anni 2000-2002 e dal 1996 membro della Missione Archeologica Italiana ad Haghia Triada e Festòs (Creta), è dedicata all’edizione del corpus delle ceramiche Tardo Minoico I (TM I) edite ed inedite, recuperate ad Haghia Triada nel corso dei vecchi scavi (1902-1914), in una revisione ‘globale’ e diacronica delle ricerche di Enrico Paribeni, Federico Halbherr ed Enrico Stefani, attraverso la documentazione conservata presso gli archivi della Biblioteca Vaticana e della SAIA. L’opera parte da un riesame  dei vecchi materiali e contesti TM I, cercando, per quanto possibile, di ‘storicizzarli’ rispetto all’edizione di Luisa Banti, di cui per altro vengono integrati e corretti alcuni dati.

Un efficace approccio stilistico-tipologico consente poi di mettere a fuoco il sistema di produzione della ceramica, con particolare attenzione al momento della distruzione alla fine del TM IB. In particolare, l’esame stilistico-tipologico consente all’A. di distinguere quattro gruppi che, sulla base della corrispondente distribuzione territoriale, finiscono per coinvolgere l’intera Creta e per far risaltare la specificità di Haghia Triada. I rapporti e le specificità dei vari gruppi, i sistemi di produzione, i collegamenti con le autorità centrali sono alcuni dei temi di riflessione proposti nel volume.

Applicando infine alla funzione dei vasi il modello elaborato da A. Rapoport per lo studio della funzione delle architetture, l’A. propone di distinguere sette gruppi funzionali (set da mensa; contenitori di piccola taglia; set da immagazzinamento di medie dimensioni; vasi di immagazzinamento di lungo periodo; forme connesse con processi di produzione/trasformazione; forme con funzione cerimoniale). Di grande interesse risulta inoltre il tema dei rapporti funzionali reciproci all’interno del sistema complessivo elaborato dal vasaio in relazione alle richieste della comunità. Ulteriore classificazione è quella dei contesti di rinvenimento (deposizioni d’uso; deposizioni di conservazione; deposizioni simboliche: sub divo o sottoterra). Sulla base di quest’ultima, una delle conclusioni più significative è quella della concentrazione di esemplari con funzione rituale e di bruciaprofumi all’interno della Villa, segno delle attività cerimoniali in essa svolte, laddove i sistemi di attività legate alla residenzialità quotidiana, sulla base dei dati disponibili, risultano ancora poco documentati. Forme e motivi decorativi, insomma, tesi ad illuminare per quanto possibile storia e vita di quelle comunità.

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